La sonnambula di V. Bellini
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La sonnambula di V. Bellini
LA SONNAMBULA
Melodramma a lieto fine, in due atti
Libretto di Felice Romani, musica di Vincenzo Bellini liberamente tratto da a Somnambule ou L'arrivée d'un nouveau seigneur di Eugène Scribe
Personaggi e interpreti
Il conte Rodolfo - basso
Teresa proprietaria del mulino mezzosoprano
Amina – soprano
Elvino, ricco possidente – tenore
Lisa, ostessa innamorata di Elvino – soprano
Alessio, contadino e innamorato di Lisa – basso
Vincenzo Bellini nasce a Catania il 3 novembre 1801 nella casa che oggi è il Museo Belliniano.
Intorno ai 10/14 anni scrive già musica sacra. A 17 anni studia musica con l’aiuto di una borsa di studio al conservatorio di Napoli e continua a scrivere musica sacra.
La sua prima opera si chiamava Adelson e Salvini, ma il primo grande successo lo ottenne al teatro San Carlo di Napoli con Bianca e Fernando (chiamata poi Gernando per non dispiacere il Re Ferdinando). Dopo questo successo fu invitato a scrivere un’opera per la Scala di Milano. Le due opere Il Pirata e La straniera scritte per la prima volta insieme a Felice Romani ottennero un lusinghiero successo presso la stampa milanese.
Nel 1829 va in scena Zaira, nel 1830 I Capuleti e i Montecchi e finalmente all’età di 30 anni Bellini scrive in soli due mesi la Sonnambula. E’ un’opera in linea con i tempi: c’è il romanticismo, le tradizioni popolari, l’atmosfera è allegra e campestre, ci sono persone semplici, il ricco di turno che vuol far valere il suo potere, ma la musica raggiunge punte di una bellezza eccezionale portando il bel canto a massimi livelli di armonia.
E’ da subito, dalla prima rappresentazione milanese, un grande trionfo e l’opera venne ben presto rappresentata in tutto il mondo.
L’opera va in onda per la prima volta il 6 marzo 1831 al Teatro Carcano di Milano
Atto I
L’ambientazione è un paese imprecisato della Svizzera e la scena rappresenta un Mulino e un torrente che fa girare la ruota. C’è gioia in giro per le prossime nozze di Amina ed Elvino e gli abitanti del villaggio festeggiano Amina, figlia adottiva della proprietaria del Mulino, mentre Elvino è un possidente terriero che aveva abbandonato l’ostessa Lisa, che era innamorata di lui, proprio per amore di Amina.
I contadini si allontanano e rimane Lisa a rimpiangere il suo amore per Elvino.
Ritornano in scena i contadini che dedicano un canto adf Amina che arriva proprio in quel momento e dopo poco giunge anche Elvino di ritorno dal cimitero dove era andato a chiedere la benedizione della madre ormai morta. Amina è al culmine della felicità e insieme alle compagne ringrazia mamma Teresa e fa partecipe la mamma del suo amore sconfinato per Elvino.
Come per me Sereno e Sopra il sen la man mi pose
Alessio un giovane contadino innamorato di Lisa tenta di consolarla, ma la ferita è ancora fresca e nulla la consola, e Teresa e Lisa finiscono per mandarsi sfrecciatine mentre finalmente arriva il notaro per il contratto del matrimonio.
Il notaro chiede a Elvino che cosa dona alla sposa: tutto… la casa, il nome, i poderi… tutti i suoi averi. Fa la stessa domanda ad Amina che candidamente risponde: ti dono il mio cor soltanto.
Mentre il notaro scrive, Elvino dona l’anello ad Amina: Prendi l’anel ti dono:
Una sceneggiatura moderna: Tenore Juan Diego Florez Soprano Natalie Dessay
E mentre i due giovani felici dopo la stesura del contratto cantano il loro amore arriva all’improvviso una carrozza giunge con a bordo Rodolfo che chiede ai contadini la strada per raggiungere il castello… però non è del tutto sconosciuto, perché ben presto tutti si accorgono che lui quel luogo lo conosce. Comunque Lisa che ha già messo gli occhi addosso al forestiero lo convince a restare nella sua locanda.
Gli abitanti si domandano incuriositi chi sia, ma intanto non è solo coinvolto dalla bellezza del villaggio, ma anche dalla bellezza di Amina che si rivela somigliante a una donna che Rodolfo un tempo aveva amato. Ovviamente Elvino è in allarme e si preoccupa, ma Amina lo rassicura ricordandoli che lei esiste solo lui.
Vi ravviso, o luoghi ameni
Son geloso del zefiro errante
Scende la sera, le cornamuse suonano segno che bisogna ricondurre le pecore all’ovile e Teresa invita tutti i contadini a rientrare nelle loro case perché si dice che al calar del sole, quando fa buio nel villaggio fa la sua apparizione un fantasma con la classica veste bianca.
Rodolfo non crede a questa storia e si prende gioco di Teresa e Amina, ma tutti insistono, il fantasma esiste davvero, tutti l’han visto, ma Rodolfo taglia corto augurandosi di vedere il fantasma con i suoi occhi e non manca di salutare Amina con un gran complimento: T’ami il tuo sposo come amarti io saprei… con gran dispetto di Elvino.
Subito dopo i due giovani hanno un piccolo litigio, Elvino è geloso, Amina lo rassicura di nuovo, poi finalmente i due riscono a separarsi dandosi la buonanotte.
Intanto Rodolfo chiuso nella stanza riceve la visita di Lisa la quale con la scusa di chiedergli se tutto è di suo gradimento cerca di insinuarsi dentro la camera, ma la manovra svanisce a causa di un rumore improvviso vicino alla finestra.
Lisa per non farsi scoprire da nessuno scappa facendo cadere inavvertitamente il suo fazzoletto che Rodolfo raccoglie e mette sul divano. La finestra si spalanca e compare Amina coperta ta da una veste bianca… dorme e Rodolfo si accorge che è sonnambula… ecco chi è il fantasma. Amina chiama Elvino ad alta voce, Rodolfo non se svegliarla o far finta di niente, poi la fa adagiare sul sofà per farla riposare senza svegliarla e senza toccarla e sentendo delle voci scappa dalla finestra da dove è entrata Amina, mentre la ragazza continua a sognare di essere con Elvino.
Lisa però di nascosto osserva tutto e fa in fretta ad elaborare un piano per far fallire il matrimonio dei due giovani,
Arrivano i contadini, il sindaco, Alessio e poi Elvino avvisato da Lisa… gli mostra la ragazza sul divano e per Elvino è un colpo.
Amina si sveglia, non capisce dove si trova, Elvino è sconvolto e la aggredisce con veemenza chiamandola traditrice, Amina è disperata, piange tra le braccia dalla mamma, mentre Elvino vuole mandare all’aria le nozza, i contadini sono stupefatti di trovare Amina nella stanza del Conte Rodolfo. Nella confusione generale Teresa si accorge che c’è il fazzoletto di Lisa.
Atto II
I contadini capiscono che Amina è innocente e cercano di convincere Rodolfo a intercedere per Amina perché Elvino non ne vuole proprio più sapere. Neanche incontrando Teresa e Amina che cercano di convincerlo cambia idea, il suo disprezzo è forte e neppure l’intervento del conte riesce a smuoverlo dalla decisione di mandare a monte le nozze, anzi in un impeto di orgoglio pur sentendo di amare ancora la ragazza le toglie l’anello dal dito. Le strade di Elvino e Amina si dividono definitivamente.
Non ancora pago Elvino annuncia le sue nozze con Lisa che ovviamente e ben contenta della piega presa dalle circostanze ne approfitta sfacciatamente.
Teresa incontra Elvino e Lisa che le comunicano che vanno a sposarsi… e sposarsi? E con chi? Con Lisa? Certo risponde sfrontata Lisa, me lo sono meritato io, non sono stata scoperta nella camera di nessuno, io…
Ma Teresa sicura del fatto suo sventola un fazzoletto… ah sì? E di chi è questo fazzoletto ritrovato nella stanza di Rodolfo? Lisa arrossisce e abbassa la testa, Elvino non crede a quel che succede.. tutto si ripete, giunge anche Rodolfo che di nuova dichiara ad Elvino che Amina è innocente, essa e sonnambula e non ha fatto nulla di male. Elvino è sconcertato, non sa a chi credere, ma ecco che in alto da una finestra appare Amina… è in pericolo, tutti tacciono per non svegliarla e farla cadere, la ragazza comincia a scendere, cammina su una trave, la trave si rompe, tutti seguono la scena con il cuore in gola, ma Amina si sveglia, è confusa, si accorge di non aver l’anello, si ricorda, parla del suo amore per Elvino, il quale ormai più non regge… capisce che Amina è innocente e le ridà l’anello…
Gioia di Amina che ritrova il suo Elvino
Ah non credea mirarti... bella a mio parere come è stata rappresentata in una rappresentazione moderna la trave che esce dal palcoscenico per andare sopra l'orchestra, intensa e dolcissima l'interpretazione del soprano e da notare che è in questa romanza che c'è il richiamo di una famosissima canzone napoletana: Fenesta ca Lucive.
Ah non giunge
Melodramma a lieto fine, in due atti
Libretto di Felice Romani, musica di Vincenzo Bellini liberamente tratto da a Somnambule ou L'arrivée d'un nouveau seigneur di Eugène Scribe
Personaggi e interpreti
Il conte Rodolfo - basso
Teresa proprietaria del mulino mezzosoprano
Amina – soprano
Elvino, ricco possidente – tenore
Lisa, ostessa innamorata di Elvino – soprano
Alessio, contadino e innamorato di Lisa – basso
Vincenzo Bellini nasce a Catania il 3 novembre 1801 nella casa che oggi è il Museo Belliniano.
Intorno ai 10/14 anni scrive già musica sacra. A 17 anni studia musica con l’aiuto di una borsa di studio al conservatorio di Napoli e continua a scrivere musica sacra.
La sua prima opera si chiamava Adelson e Salvini, ma il primo grande successo lo ottenne al teatro San Carlo di Napoli con Bianca e Fernando (chiamata poi Gernando per non dispiacere il Re Ferdinando). Dopo questo successo fu invitato a scrivere un’opera per la Scala di Milano. Le due opere Il Pirata e La straniera scritte per la prima volta insieme a Felice Romani ottennero un lusinghiero successo presso la stampa milanese.
Nel 1829 va in scena Zaira, nel 1830 I Capuleti e i Montecchi e finalmente all’età di 30 anni Bellini scrive in soli due mesi la Sonnambula. E’ un’opera in linea con i tempi: c’è il romanticismo, le tradizioni popolari, l’atmosfera è allegra e campestre, ci sono persone semplici, il ricco di turno che vuol far valere il suo potere, ma la musica raggiunge punte di una bellezza eccezionale portando il bel canto a massimi livelli di armonia.
E’ da subito, dalla prima rappresentazione milanese, un grande trionfo e l’opera venne ben presto rappresentata in tutto il mondo.
L’opera va in onda per la prima volta il 6 marzo 1831 al Teatro Carcano di Milano
Atto I
L’ambientazione è un paese imprecisato della Svizzera e la scena rappresenta un Mulino e un torrente che fa girare la ruota. C’è gioia in giro per le prossime nozze di Amina ed Elvino e gli abitanti del villaggio festeggiano Amina, figlia adottiva della proprietaria del Mulino, mentre Elvino è un possidente terriero che aveva abbandonato l’ostessa Lisa, che era innamorata di lui, proprio per amore di Amina.
I contadini si allontanano e rimane Lisa a rimpiangere il suo amore per Elvino.
Ritornano in scena i contadini che dedicano un canto adf Amina che arriva proprio in quel momento e dopo poco giunge anche Elvino di ritorno dal cimitero dove era andato a chiedere la benedizione della madre ormai morta. Amina è al culmine della felicità e insieme alle compagne ringrazia mamma Teresa e fa partecipe la mamma del suo amore sconfinato per Elvino.
Come per me Sereno e Sopra il sen la man mi pose
Alessio un giovane contadino innamorato di Lisa tenta di consolarla, ma la ferita è ancora fresca e nulla la consola, e Teresa e Lisa finiscono per mandarsi sfrecciatine mentre finalmente arriva il notaro per il contratto del matrimonio.
Il notaro chiede a Elvino che cosa dona alla sposa: tutto… la casa, il nome, i poderi… tutti i suoi averi. Fa la stessa domanda ad Amina che candidamente risponde: ti dono il mio cor soltanto.
Mentre il notaro scrive, Elvino dona l’anello ad Amina: Prendi l’anel ti dono:
Una sceneggiatura moderna: Tenore Juan Diego Florez Soprano Natalie Dessay
E mentre i due giovani felici dopo la stesura del contratto cantano il loro amore arriva all’improvviso una carrozza giunge con a bordo Rodolfo che chiede ai contadini la strada per raggiungere il castello… però non è del tutto sconosciuto, perché ben presto tutti si accorgono che lui quel luogo lo conosce. Comunque Lisa che ha già messo gli occhi addosso al forestiero lo convince a restare nella sua locanda.
Gli abitanti si domandano incuriositi chi sia, ma intanto non è solo coinvolto dalla bellezza del villaggio, ma anche dalla bellezza di Amina che si rivela somigliante a una donna che Rodolfo un tempo aveva amato. Ovviamente Elvino è in allarme e si preoccupa, ma Amina lo rassicura ricordandoli che lei esiste solo lui.
Vi ravviso, o luoghi ameni
Son geloso del zefiro errante
Scende la sera, le cornamuse suonano segno che bisogna ricondurre le pecore all’ovile e Teresa invita tutti i contadini a rientrare nelle loro case perché si dice che al calar del sole, quando fa buio nel villaggio fa la sua apparizione un fantasma con la classica veste bianca.
Rodolfo non crede a questa storia e si prende gioco di Teresa e Amina, ma tutti insistono, il fantasma esiste davvero, tutti l’han visto, ma Rodolfo taglia corto augurandosi di vedere il fantasma con i suoi occhi e non manca di salutare Amina con un gran complimento: T’ami il tuo sposo come amarti io saprei… con gran dispetto di Elvino.
Subito dopo i due giovani hanno un piccolo litigio, Elvino è geloso, Amina lo rassicura di nuovo, poi finalmente i due riscono a separarsi dandosi la buonanotte.
Intanto Rodolfo chiuso nella stanza riceve la visita di Lisa la quale con la scusa di chiedergli se tutto è di suo gradimento cerca di insinuarsi dentro la camera, ma la manovra svanisce a causa di un rumore improvviso vicino alla finestra.
Lisa per non farsi scoprire da nessuno scappa facendo cadere inavvertitamente il suo fazzoletto che Rodolfo raccoglie e mette sul divano. La finestra si spalanca e compare Amina coperta ta da una veste bianca… dorme e Rodolfo si accorge che è sonnambula… ecco chi è il fantasma. Amina chiama Elvino ad alta voce, Rodolfo non se svegliarla o far finta di niente, poi la fa adagiare sul sofà per farla riposare senza svegliarla e senza toccarla e sentendo delle voci scappa dalla finestra da dove è entrata Amina, mentre la ragazza continua a sognare di essere con Elvino.
Lisa però di nascosto osserva tutto e fa in fretta ad elaborare un piano per far fallire il matrimonio dei due giovani,
Arrivano i contadini, il sindaco, Alessio e poi Elvino avvisato da Lisa… gli mostra la ragazza sul divano e per Elvino è un colpo.
Amina si sveglia, non capisce dove si trova, Elvino è sconvolto e la aggredisce con veemenza chiamandola traditrice, Amina è disperata, piange tra le braccia dalla mamma, mentre Elvino vuole mandare all’aria le nozza, i contadini sono stupefatti di trovare Amina nella stanza del Conte Rodolfo. Nella confusione generale Teresa si accorge che c’è il fazzoletto di Lisa.
Atto II
I contadini capiscono che Amina è innocente e cercano di convincere Rodolfo a intercedere per Amina perché Elvino non ne vuole proprio più sapere. Neanche incontrando Teresa e Amina che cercano di convincerlo cambia idea, il suo disprezzo è forte e neppure l’intervento del conte riesce a smuoverlo dalla decisione di mandare a monte le nozze, anzi in un impeto di orgoglio pur sentendo di amare ancora la ragazza le toglie l’anello dal dito. Le strade di Elvino e Amina si dividono definitivamente.
Non ancora pago Elvino annuncia le sue nozze con Lisa che ovviamente e ben contenta della piega presa dalle circostanze ne approfitta sfacciatamente.
Teresa incontra Elvino e Lisa che le comunicano che vanno a sposarsi… e sposarsi? E con chi? Con Lisa? Certo risponde sfrontata Lisa, me lo sono meritato io, non sono stata scoperta nella camera di nessuno, io…
Ma Teresa sicura del fatto suo sventola un fazzoletto… ah sì? E di chi è questo fazzoletto ritrovato nella stanza di Rodolfo? Lisa arrossisce e abbassa la testa, Elvino non crede a quel che succede.. tutto si ripete, giunge anche Rodolfo che di nuova dichiara ad Elvino che Amina è innocente, essa e sonnambula e non ha fatto nulla di male. Elvino è sconcertato, non sa a chi credere, ma ecco che in alto da una finestra appare Amina… è in pericolo, tutti tacciono per non svegliarla e farla cadere, la ragazza comincia a scendere, cammina su una trave, la trave si rompe, tutti seguono la scena con il cuore in gola, ma Amina si sveglia, è confusa, si accorge di non aver l’anello, si ricorda, parla del suo amore per Elvino, il quale ormai più non regge… capisce che Amina è innocente e le ridà l’anello…
Gioia di Amina che ritrova il suo Elvino
Ah non credea mirarti... bella a mio parere come è stata rappresentata in una rappresentazione moderna la trave che esce dal palcoscenico per andare sopra l'orchestra, intensa e dolcissima l'interpretazione del soprano e da notare che è in questa romanza che c'è il richiamo di una famosissima canzone napoletana: Fenesta ca Lucive.
Ah non giunge
Ultima modifica di Aurora il Mar Gen 14, 2014 9:55 am - modificato 1 volta.
Re: La sonnambula di V. Bellini
Ieri, tornando da Tolmezzo, per radio ho sentito un pezzo della sonnambula di Bellini, mi era piaciuto e mi era piaciuta anche la storia di Bellini che scrisse questa musica in solo 2 0 3 mesi a casa di un conte amico, che abitava sul Lago di Como.
Questo amico e amante lo spronò affinchè terminasse e rappresentasse l'opera.
Sono corsa nel nostro archivio e ho trovato l'opera completa, che leggerò e ascolterò con calma nel pomeriggio.
Ho aperto l'opera e ho visto che forse manca un pezzo, sotto a:
Come per me Sereno e Sopra il sen la man mi pose
La leggerò e poi ti farò sapere le mie impressioni.
Buona giornata.
Re: La sonnambula di V. Bellini
La sonnambula è un'opera bellissima.
Qui c'è l'opera completa. La regia è moderna, ma la presenza di Juan Diego Flores e di Natalie Dessay meritano l'ascolto.
E qui c'è quella tradizionale...a voi la scelta:
Qui c'è l'opera completa. La regia è moderna, ma la presenza di Juan Diego Flores e di Natalie Dessay meritano l'ascolto.
E qui c'è quella tradizionale...a voi la scelta:
Ultima modifica di Aurora il Mar Gen 14, 2014 8:02 pm - modificato 1 volta.
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