Il trovatore di G. Verdi
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Il trovatore di G. Verdi
Ho pensato parecchio prima di decidermi a mettere giù quest'opera perché la storia è una delle più intrigate e strazianti che io conosca e la trama ha qualcosa che non si fa amare da me e dopo averci pensato su ho deciso che è perché c'è di mezzo un bambino e quindi faccio fatica ad accettarla, ma la musica è talmente bella che non si può soprassedere.
E' difficile parlarne anche perché è un'opera insieme moderna e tradizionale, in ogni caso nonostante la trama, l'intrigo, il finale che lascia senza fiato, la prima rappresentazione su un successo trionfale.
Il Trovatore come ormai già sappiamo fa parte della "triologia popolare". Io non ho seguito l'ordine cronologico, proprio perché ho continuamente rimandato, ma ora vi dico le date:
Il Rigoletto nel 1851
Il Trovatore nel gennaio del 1853
La Traviata nel marzo del 1853
Ma torniamo all'intreccio che è complicato, fatto di racconti, flashback, narrazioni allucinanti. Ci sono due colori dominanti: il rosso e il nero.
Il rosso del fuoco, macabro protagonista che a volte scalda, ma spesso brucia, il rosso della vendetta che come sempre succede semina solo odio; il nero del mistero, della morte e della non conoscenza, perché nell'opera c'è una sola persona che "conosce" ed è Azucena.
Ovviamente e come per tutte le opere, ogni regista fa la sua ambientazione, io ho cercato di rimanere su quella classica.
Ora vado a incominciare perché il percorso è lungo e tortuoso.
IL TROVATORE
Dramma in quattro atti e otto quadri,
libretto di Salvatore Cammarano e terminato da Leone Emanuele Bardare
tratto dalla tragedia El Trovador di Antonio García Gutiérrez Prima rappresentazione: Roma, Teatro Apollo, 19 gennaio 1853.
Personaggi e interpreti
Il Conte di Luna , Baritono Leonora, Soprano Azucena la zingara, Mezzosoprano Manrico il trovatore, Tenore Ferrando capitano delle guardie, Basso profondo Ines dama di compagnia di Eleonora, Soprano Ruiz, soldato di Manrico, Tenore
Atto I scena prima
Dopo una splendida ouverture il primo atto inizia con il buio (il nero), lo scenario è notturno, i soldati dormono e Fernando ufficiale del Conte della Luna sveglia i soldati. Devono stare all'erta, il conte è geloso di un trovatore che tutte le notti canta nel suo giardino e teme che sia un suo rivale. Le parole di Fernando suscitano curiosità nei soldati che fanno domande e allora come in un flashback Fernando narra una storia accaduta molti anni prima:
Quando il vecchio Conte di Luna, padre dell'attuale Conte viveva nel palazzo di Alaferia c'erano due culle con due bambini e una nutrice che vegliava su di loro e che una mattina svegliandosi vide una zingara curva su una culla… le urla della nutrice fanno desistere la zingara… Fernando racconta con voce piena di pathos perché vuol inculcare rabbia nei soldati che nel frattempo sollecitano la storia. La zingara si difende dicendo che voleva fare l'oroscopo al piccino e scappa. Il piccino però si ammala, la zingara fu ricercata dappertutto e mandata al rogo (il rosso) rea di aver fatto un maleficio al bambino. La zingara aveva una figlia e siccome il bambino malato fu rapito proprio mentre veniva eseguita la sentenza subito si pensò che era stata Azucena, la figlia della zingara che per vendicare la madre uccise il bambino perché nel rogo vennero trovati i resti del piccolo.
Chiaro che a questo punto i soldati sono imbufaliti pieni di odio e rancore per Azucena e Fernando ha portato così a termine il suo progetto.
I soldati discutono partono e poi se ne vanno.
Cambia la scena, cambia la musica, diventando più dolce, sempre al buio siamo e arrivano Ines ed Eleonora.
Eleonora confessa alla sua damigella le sue pene e le sue emozioni e qui c'è un altro flashback: la donna confida e descrive il suo incontro con uno sconosciuto incontrato ad un torneo nei bei tempi, prima che scoppiasse la guerra civile e se ne è innamorata. E' tutto molto dolce, la voce, la musica, gli arpeggi, è tutta una armonia e sempre sognante Eleonora prosegue dicendo di aver rivisto il suo innamorato sotto le vesti di un trovatore e che non potrà vivere senza di lui
Eleonora è sicura che la sua vita sarà vicina all'amato e appare come una donna forte e coraggiosa, mentre gli uomini della prima scena si lasciano intimorire dall'immagine di una zingara.
Cambia di nuovo la scena, Eleonora e Ines si allontanano e per la prima volta appare in scena il Conte di luna (il figlio ovviamente, il vecchio Conte è morto). Vuole finalmente dichiarare il suo amore a… Eleonora. Già, lui è innamorato e stasera glielo vuole dire, la musica è dolce, appassionata, tutto sembra tranquillo, pensa ad Eleonora con amore e non vedo l'ora di narrarle il suo amore… ma all'improvviso si rompe l'incanto, in lontananza si sente la voce del trovatore che viene a trovare il suo amore … e lui freme e quando sente scendere Eleonora si allontana quel tanto che basta per stare in penombra… Eleonora arriva di corsa e nella penombra crede che il Conte di Luna sia il Trovatore…
All'arrivo dal Trovatore la ragazza capisce l'equivoco e cerca di spiegare, ma il Conte è furente e affronta il nemico e nel confronto scoprono di essere non solo rivali in amore, ma anche rivali in guerra e in politica, perché il trovatore altri non è che Manrico seguace del conte di Urgel, nemico del conte di luna. Siamo così alla fine del primo atto: Il Conte è pronto ad uccidere Manrico, la ragazza si offre come vittima sacrificale al Conte e Manrico è certo di distruggere il rivale.
I due uomini si sfidano così a duello ed Eleonora sviene.
SECONDO ATTO
Da non perdere il famosissimo inizio. La scena è bellissima, domina il rosso dei vestiti dei gitani, del rame che loro battono e della fiamma che arde al centro per scaldarsi. Le percussioni martellano un ritmo magico e affascinante.
Ed ecco apparire Azucena la zingara…e spinta dagli zingari anche Azucena comincia a raccontare.
E' lo stesso fatto che racconta Fernando all'inizio dell'opera, ma da un altro punto di vista, dal punto di vista della vittima che ricorda la madre tra le fiamme. E senza che Azucena se ne accorga, Manrico, suo figlio, è alla sue spalle che ascolta. La zingara ridestandosi da una specie di torpore, vede Manrico. Intanto si è fatto giorno, gli zingari se ne vanno e i rimasti soli, Manrico chiede alla donna di raccontare la storia per intero….e così riprende l'orribile storia, le culle, il bambino malato, il rogo e la madre che le chiede in punto di morte di vendicarla.
Azugena assisteva alla scena straziante, la madre urlava vendicami e lei si vendicò. Prese il bimbo del conte e lo buttò al rogo… faccio fatica a raccontare questa storia…la scena è sempre più orribile quanto straziante, la donna sente il bambino piangere, lo afferra, lo tira via dal fuoco, ma il bambino muore.
Azucena si guarda intorno disperata e … vede davanti a sè il figlio del Conte che aveva rapito.
Aveva bruciato suo figlio.
Ma ora c'è un altro mistero… se Azucena ha bruciato suo figlio, Manrico chi è? La domanda brucia, Azucena lesta risponde "Tu sei mio figlio" e Manrico si ricorda di un episodio… ricordate il duello alla fine del primo atto del quale nulla fino a questo momento ci è stato detto. Manrico svela a sua madre che una forza misteriosa gli ha impedito di uccidere il Conte di Luna, ma Azucena gli ricorda che è lei che lo ha cresciuto, curato, ma adesso è ora che ripari al mal fatto che uccida una volta e per tutte il Conte di Luna.
Suona il corno, la battaglia incombe e arriva un messaggero che messaggio peggiore non poteva recare.. con un inganno Eleonora verrà portata al chiostro e prenderà il velo. Manrico è disperato… perder quell'angelo… vuole correre da lei,. Azucena è fuori di sé e cerca di fermarlo, ma è inutile "Guai a te se io qui restassi, tu vedresti ai piedi tuoi, spento il figlio dal dolor".
Cambia di nuovo la scena, è notte, nel buio si soldati capeggiati da Fernando e il Conte di Luna sono vicino al chiostro e aspettano l'aurora fin quando uno squillo fa capire che l'ora è vicina e che quando Eleonora sarà all'altare per prendere i voti e allora la rapiranno.
Finalmente arriva Eleonora seguita dalle suore, piange, è infelice, crede Manrico morto a nulla vale il sostegno delle consorelle, ma ecco che il Conte si avventa si Eleonora per strapparla ai voti, fra lui e lei, appare Manrico come un fantasma.
Stupore generale, anche il conte lo credeva morto
La confusione è sovrana, si inneggia a Urgel, Manrico chiede a Eleonora di seguirlo il Conte si ribella ma viene fermato dai seguaci di Manrico e il secondo atto finisce con Manrico che porta via Eleonora, le suore che si ritirano e il conte è respinto.
ATTO TERZO
I soldati sono nell'accampamento, alcuni giocano, altri puliscono le armi, naturalmente è notte.
Arriva Fernando che prepara i suoi all'attacco dopo un splendida marcia con un ritmo molto incalzante si disperdono e arriva il conte disperato perché la sua amata e con Manrico, ma giunge Ferrando a distorglielo dai suoi pensieri perché ha trovato una zingara aggirarsi nei dintorni ed l'ha catturata. La zingara viene portata davanti a lui e subito ci accorgiamo che è Azucena. IL conte domanda, la ringara risponde, Ferrando comincia a sospettare, poi il Conte se si ricorda di un bimbo rapito trent'anni prima, Azucena gli chiede ..e tu?... parla…sei?... la risposta del Conte la agghiaccia: Il fratello del rapito. Ferrando si accorge del terrore di Azucena e capisce che è lei… è lei la rapitrice del bambino fratello del conte di Luna e poi bruciato.
La zingara cerca di difendersi e nei suoi lamenti invoca Manrico e così il Conte scopre che Manrico è il figlio di Azucena. Motivo di più per condannare a morte Azucena.
Cambio di scena, siamo vicino al chiostro e Eleonora e Manrico sanno che il pericolo è alto, ma si amano e assaporano quel momento pieno di felicità, ma la felicità dura poco, arriva Ruiz con la notizia peggiore: il conte ha condannato al rogo Azucena e tra la disperazione di Eleonora, corre a salvare la madre seguito dai suoi uomini armati
ATTO QUARTO
Eleonora e Ruiz si aggirano ai piedi della torre dove si trovano imprigionati Manrico e Azucena ed Eleonora sente le loro voci e le loro preghiere, sente che Manrico le dice addio.
(la registrazione è pessima, ma la voce di Pavarotti è irresistibile)
Eleonora si sente straziare il cuore e come già aveva deciso in cuor suo decide di sacrificarsi e allontanato Ruiz si getta ai piedi del Conte e offre se stessa chiedendo in cambio la grazia per Manrico.
Il conte accetta ed Eleonora giura che manterrà la promessa, lo giura sulla sua fede e lui vivrà.
Eleonora però senza farsi accorgere beve velocemente il veleno che nascondeva nell'anello.
Intanto ignari di tutto Manrico e Azucena cercano di farsi coraggio
(molto bella!)
Eleonora sa che le rimane poco tempo, sale in cima alla torre e arriva di corsa da Manrico supplicandoli di fuggire, sa che se muore, il Conte lo farà comunque giustiziare e lo scongiura di fuggire, ma Manrico che nulla sa, pensa a un tradimento, chiede spiegazioni, ma a Eleonora cominciano a mancare le forze, ormai il destino è segnato per tutti, Azucena è stralunata e delira, Eleonora è moribonda e Manrico finalmente capisce il sacrificio della sua amata e non si perdona.
Eleonora con fil di voce, prima di spegnersi gli racconta tutto, sopraggiunge il Conte, capisce l'inganno e ordina l'immediata esecuzione.
Azucena ha un attimo di lucidità e accortasi della morte di Manrico per mano del Conte gli urla in faccia: Egli era tuo fratello.
E nella sua follia dice ancora: Sei vendicata, o madre!, mentre il conte sussurra e io ancora vivo, facendo capire che seguirà il fratello
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E' difficile parlarne anche perché è un'opera insieme moderna e tradizionale, in ogni caso nonostante la trama, l'intrigo, il finale che lascia senza fiato, la prima rappresentazione su un successo trionfale.
Il Trovatore come ormai già sappiamo fa parte della "triologia popolare". Io non ho seguito l'ordine cronologico, proprio perché ho continuamente rimandato, ma ora vi dico le date:
Il Rigoletto nel 1851
Il Trovatore nel gennaio del 1853
La Traviata nel marzo del 1853
Ma torniamo all'intreccio che è complicato, fatto di racconti, flashback, narrazioni allucinanti. Ci sono due colori dominanti: il rosso e il nero.
Il rosso del fuoco, macabro protagonista che a volte scalda, ma spesso brucia, il rosso della vendetta che come sempre succede semina solo odio; il nero del mistero, della morte e della non conoscenza, perché nell'opera c'è una sola persona che "conosce" ed è Azucena.
Ovviamente e come per tutte le opere, ogni regista fa la sua ambientazione, io ho cercato di rimanere su quella classica.
Ora vado a incominciare perché il percorso è lungo e tortuoso.
IL TROVATORE
Dramma in quattro atti e otto quadri,
libretto di Salvatore Cammarano e terminato da Leone Emanuele Bardare
tratto dalla tragedia El Trovador di Antonio García Gutiérrez Prima rappresentazione: Roma, Teatro Apollo, 19 gennaio 1853.
Personaggi e interpreti
Il Conte di Luna , Baritono Leonora, Soprano Azucena la zingara, Mezzosoprano Manrico il trovatore, Tenore Ferrando capitano delle guardie, Basso profondo Ines dama di compagnia di Eleonora, Soprano Ruiz, soldato di Manrico, Tenore
Atto I scena prima
Dopo una splendida ouverture il primo atto inizia con il buio (il nero), lo scenario è notturno, i soldati dormono e Fernando ufficiale del Conte della Luna sveglia i soldati. Devono stare all'erta, il conte è geloso di un trovatore che tutte le notti canta nel suo giardino e teme che sia un suo rivale. Le parole di Fernando suscitano curiosità nei soldati che fanno domande e allora come in un flashback Fernando narra una storia accaduta molti anni prima:
Quando il vecchio Conte di Luna, padre dell'attuale Conte viveva nel palazzo di Alaferia c'erano due culle con due bambini e una nutrice che vegliava su di loro e che una mattina svegliandosi vide una zingara curva su una culla… le urla della nutrice fanno desistere la zingara… Fernando racconta con voce piena di pathos perché vuol inculcare rabbia nei soldati che nel frattempo sollecitano la storia. La zingara si difende dicendo che voleva fare l'oroscopo al piccino e scappa. Il piccino però si ammala, la zingara fu ricercata dappertutto e mandata al rogo (il rosso) rea di aver fatto un maleficio al bambino. La zingara aveva una figlia e siccome il bambino malato fu rapito proprio mentre veniva eseguita la sentenza subito si pensò che era stata Azucena, la figlia della zingara che per vendicare la madre uccise il bambino perché nel rogo vennero trovati i resti del piccolo.
Chiaro che a questo punto i soldati sono imbufaliti pieni di odio e rancore per Azucena e Fernando ha portato così a termine il suo progetto.
I soldati discutono partono e poi se ne vanno.
Cambia la scena, cambia la musica, diventando più dolce, sempre al buio siamo e arrivano Ines ed Eleonora.
Eleonora confessa alla sua damigella le sue pene e le sue emozioni e qui c'è un altro flashback: la donna confida e descrive il suo incontro con uno sconosciuto incontrato ad un torneo nei bei tempi, prima che scoppiasse la guerra civile e se ne è innamorata. E' tutto molto dolce, la voce, la musica, gli arpeggi, è tutta una armonia e sempre sognante Eleonora prosegue dicendo di aver rivisto il suo innamorato sotto le vesti di un trovatore e che non potrà vivere senza di lui
Eleonora è sicura che la sua vita sarà vicina all'amato e appare come una donna forte e coraggiosa, mentre gli uomini della prima scena si lasciano intimorire dall'immagine di una zingara.
Cambia di nuovo la scena, Eleonora e Ines si allontanano e per la prima volta appare in scena il Conte di luna (il figlio ovviamente, il vecchio Conte è morto). Vuole finalmente dichiarare il suo amore a… Eleonora. Già, lui è innamorato e stasera glielo vuole dire, la musica è dolce, appassionata, tutto sembra tranquillo, pensa ad Eleonora con amore e non vedo l'ora di narrarle il suo amore… ma all'improvviso si rompe l'incanto, in lontananza si sente la voce del trovatore che viene a trovare il suo amore … e lui freme e quando sente scendere Eleonora si allontana quel tanto che basta per stare in penombra… Eleonora arriva di corsa e nella penombra crede che il Conte di Luna sia il Trovatore…
All'arrivo dal Trovatore la ragazza capisce l'equivoco e cerca di spiegare, ma il Conte è furente e affronta il nemico e nel confronto scoprono di essere non solo rivali in amore, ma anche rivali in guerra e in politica, perché il trovatore altri non è che Manrico seguace del conte di Urgel, nemico del conte di luna. Siamo così alla fine del primo atto: Il Conte è pronto ad uccidere Manrico, la ragazza si offre come vittima sacrificale al Conte e Manrico è certo di distruggere il rivale.
I due uomini si sfidano così a duello ed Eleonora sviene.
SECONDO ATTO
Da non perdere il famosissimo inizio. La scena è bellissima, domina il rosso dei vestiti dei gitani, del rame che loro battono e della fiamma che arde al centro per scaldarsi. Le percussioni martellano un ritmo magico e affascinante.
Ed ecco apparire Azucena la zingara…e spinta dagli zingari anche Azucena comincia a raccontare.
E' lo stesso fatto che racconta Fernando all'inizio dell'opera, ma da un altro punto di vista, dal punto di vista della vittima che ricorda la madre tra le fiamme. E senza che Azucena se ne accorga, Manrico, suo figlio, è alla sue spalle che ascolta. La zingara ridestandosi da una specie di torpore, vede Manrico. Intanto si è fatto giorno, gli zingari se ne vanno e i rimasti soli, Manrico chiede alla donna di raccontare la storia per intero….e così riprende l'orribile storia, le culle, il bambino malato, il rogo e la madre che le chiede in punto di morte di vendicarla.
Azugena assisteva alla scena straziante, la madre urlava vendicami e lei si vendicò. Prese il bimbo del conte e lo buttò al rogo… faccio fatica a raccontare questa storia…la scena è sempre più orribile quanto straziante, la donna sente il bambino piangere, lo afferra, lo tira via dal fuoco, ma il bambino muore.
Azucena si guarda intorno disperata e … vede davanti a sè il figlio del Conte che aveva rapito.
Aveva bruciato suo figlio.
Ma ora c'è un altro mistero… se Azucena ha bruciato suo figlio, Manrico chi è? La domanda brucia, Azucena lesta risponde "Tu sei mio figlio" e Manrico si ricorda di un episodio… ricordate il duello alla fine del primo atto del quale nulla fino a questo momento ci è stato detto. Manrico svela a sua madre che una forza misteriosa gli ha impedito di uccidere il Conte di Luna, ma Azucena gli ricorda che è lei che lo ha cresciuto, curato, ma adesso è ora che ripari al mal fatto che uccida una volta e per tutte il Conte di Luna.
Suona il corno, la battaglia incombe e arriva un messaggero che messaggio peggiore non poteva recare.. con un inganno Eleonora verrà portata al chiostro e prenderà il velo. Manrico è disperato… perder quell'angelo… vuole correre da lei,. Azucena è fuori di sé e cerca di fermarlo, ma è inutile "Guai a te se io qui restassi, tu vedresti ai piedi tuoi, spento il figlio dal dolor".
Cambia di nuovo la scena, è notte, nel buio si soldati capeggiati da Fernando e il Conte di Luna sono vicino al chiostro e aspettano l'aurora fin quando uno squillo fa capire che l'ora è vicina e che quando Eleonora sarà all'altare per prendere i voti e allora la rapiranno.
Finalmente arriva Eleonora seguita dalle suore, piange, è infelice, crede Manrico morto a nulla vale il sostegno delle consorelle, ma ecco che il Conte si avventa si Eleonora per strapparla ai voti, fra lui e lei, appare Manrico come un fantasma.
Stupore generale, anche il conte lo credeva morto
La confusione è sovrana, si inneggia a Urgel, Manrico chiede a Eleonora di seguirlo il Conte si ribella ma viene fermato dai seguaci di Manrico e il secondo atto finisce con Manrico che porta via Eleonora, le suore che si ritirano e il conte è respinto.
ATTO TERZO
I soldati sono nell'accampamento, alcuni giocano, altri puliscono le armi, naturalmente è notte.
Arriva Fernando che prepara i suoi all'attacco dopo un splendida marcia con un ritmo molto incalzante si disperdono e arriva il conte disperato perché la sua amata e con Manrico, ma giunge Ferrando a distorglielo dai suoi pensieri perché ha trovato una zingara aggirarsi nei dintorni ed l'ha catturata. La zingara viene portata davanti a lui e subito ci accorgiamo che è Azucena. IL conte domanda, la ringara risponde, Ferrando comincia a sospettare, poi il Conte se si ricorda di un bimbo rapito trent'anni prima, Azucena gli chiede ..e tu?... parla…sei?... la risposta del Conte la agghiaccia: Il fratello del rapito. Ferrando si accorge del terrore di Azucena e capisce che è lei… è lei la rapitrice del bambino fratello del conte di Luna e poi bruciato.
La zingara cerca di difendersi e nei suoi lamenti invoca Manrico e così il Conte scopre che Manrico è il figlio di Azucena. Motivo di più per condannare a morte Azucena.
Cambio di scena, siamo vicino al chiostro e Eleonora e Manrico sanno che il pericolo è alto, ma si amano e assaporano quel momento pieno di felicità, ma la felicità dura poco, arriva Ruiz con la notizia peggiore: il conte ha condannato al rogo Azucena e tra la disperazione di Eleonora, corre a salvare la madre seguito dai suoi uomini armati
ATTO QUARTO
Eleonora e Ruiz si aggirano ai piedi della torre dove si trovano imprigionati Manrico e Azucena ed Eleonora sente le loro voci e le loro preghiere, sente che Manrico le dice addio.
(la registrazione è pessima, ma la voce di Pavarotti è irresistibile)
Eleonora si sente straziare il cuore e come già aveva deciso in cuor suo decide di sacrificarsi e allontanato Ruiz si getta ai piedi del Conte e offre se stessa chiedendo in cambio la grazia per Manrico.
Il conte accetta ed Eleonora giura che manterrà la promessa, lo giura sulla sua fede e lui vivrà.
Eleonora però senza farsi accorgere beve velocemente il veleno che nascondeva nell'anello.
Intanto ignari di tutto Manrico e Azucena cercano di farsi coraggio
(molto bella!)
Eleonora sa che le rimane poco tempo, sale in cima alla torre e arriva di corsa da Manrico supplicandoli di fuggire, sa che se muore, il Conte lo farà comunque giustiziare e lo scongiura di fuggire, ma Manrico che nulla sa, pensa a un tradimento, chiede spiegazioni, ma a Eleonora cominciano a mancare le forze, ormai il destino è segnato per tutti, Azucena è stralunata e delira, Eleonora è moribonda e Manrico finalmente capisce il sacrificio della sua amata e non si perdona.
Eleonora con fil di voce, prima di spegnersi gli racconta tutto, sopraggiunge il Conte, capisce l'inganno e ordina l'immediata esecuzione.
Azucena ha un attimo di lucidità e accortasi della morte di Manrico per mano del Conte gli urla in faccia: Egli era tuo fratello.
E nella sua follia dice ancora: Sei vendicata, o madre!, mentre il conte sussurra e io ancora vivo, facendo capire che seguirà il fratello
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Ultima modifica di Aurora il Dom Nov 17, 2013 10:11 pm - modificato 3 volte.
Re: Il trovatore di G. Verdi
Le musiche le sto inserendo, ci vuole un po' di pazienza perchè devo cambiare i codici.
Re: Il trovatore di G. Verdi
urca. mica me la ricordo bene la trama.
me la ripasso e mi faccio venire in mente se mi piace
me la ripasso e mi faccio venire in mente se mi piace
Re: Il trovatore di G. Verdi
Sì, ma non perdere qualche perla musicale... il coro dei gitani, sì la stanchezza m'ppprime, di quella pira...
Re: Il trovatore di G. Verdi
Tu non ti preoccupare, chi desidera appassionarsi sempre di più all'opera, deve anche capire meglio le varie opere per fare un confronto sereno fra una e l'altra.
Bè, secondo me sarebbe troppo facile dire che mi piace l'opera solo sentendo quelle poche che mi piacciono.
In questo modo posso veramente farmi una cultura come si deve e sopratutto ben descritta.
Re: Il trovatore di G. Verdi
Sììì, domani me l'ascolto per bene, il secondo atto è quello che Alberto, il papà della mia amica (melomane sin dall'infanzia), cantava spesso anche salendo o scendendo dalle scale.
Meraviglioso Alberto ... se ti avessi ascoltato un pò meglio .....
Re: Il trovatore di G. Verdi
Io l'ascolto per esempio...l'avvio e poi faccio altro, ma la musica la seguo con le orecchio...ovvio che queste le conosco a memoria ed è più facile seguirle.
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