La Cavalleria Rusticana di P. Mascagni
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La Cavalleria Rusticana di P. Mascagni
CAVALLERIA RUSTICANA
Melodramma in un atto
Libretto: Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menasci
Musica di Pietro Mascagni (1863-1945)
Tratto dalla novella di Giovanni Verga dallo stesso titolo
Personaggi e interpreti
Santuzza, giovane e bella contadina innamorata e sedotta da Turiddu – Soprano
Turiddu, giovane contadino – Tenore
Lucia, madre di Turiddo – Contralto
Alfio, carrettiere – baritono
Lola, moglie di Alfio – mezzo soprano
La Cavalleria rusticana è un atto unico e per questo motivo viene sempre rappresentata insieme ad un’altra opera breve come I pagliacci per esempio, come voluto da Mascagni stesso.
E’ tratta da una novella di G. Verga e andò in scena la prima volta il 17 maggio 1890. E’ stata la prima opera scritta da Mascagni e insieme a L’Amico Fritz è rimasta stabilmente nei cartelloni fino ad oggi. La cavalleria rusticana segna anche l’inizio del Verismo, si usciva per così dire dall’epoca delle storie fantastiche per approdare a storie vere o verosimili raccontate nella realtà del tempo in cui venivano scritte.
La Cavalleria fu da subito un grandissimo successo e Mascagni venne richiamato alla ribalta 40 volte per essere applaudito e un anno dopo debuttò trionfalmente in America: Philadelphia, Chicago e New York dove il 30 dicembre 1981 venne rappresentata due volte nello stesso giorno da due compagnie diverse, ma come spesso succede al grandissimo successo di pubblico si contrapponevano i giudici dei critici poco benevoli.
La musica è da subito coinvolgente, il canto d’amore a Lola fuori scena è di una bellezza ineguagliabile sia per le parole che per la musica e l’intermezzo è uno dei più bei pezzi musicali di tutta l’opera lirica in generale, ti prende, ti solleva e ti porta lontano e alla fine quando l’ultimo nota si spegna si rimane come sospesi, come tenuti dalla musica fluttuanti in un’altra dimensione.
L’antefatto:
Turiddu innamorato perdutamente di Lola, parte per il servizio militare, ma quando torna la trova sposa di Alfio. Non riesce a dimenticarla nonostante l’amore di Santuzza che seduce, promettendole di sposarla, ma non resiste alle lusinghe di Lola e intrattiene con lei relazioni amorose quando Alfio è assente.
La trama.
E’ il giorno di Pasqua in un paesino siciliano e Turiddu dedica un bellissimo canto a Lola. E’ un inno struggente d’amore che in teatro si ascolta a sipario abbassato o comunque il tenore è fuori scena.
TURIDDU (a sipario calato) O Lola ch'ai di latti la cammisa Si bianca e russa comu la cirasa, Quannu t'affacci fai la vucca a risa, biato cui ti dà lu primu vasu! Ntra la porta tua lu sangu è sparsu, e nun me mporta si ce muoru accisu... E s'iddu muoru e vaju mparadisu si nun ce truovo a ttia, mancu ce trasu.
Il sipario si apre, uomini e donne escono di casa e attraversano la scena. Santuzza va a trovare Lucia, mamma di Turiddu, per chiedere sue notizie, la mamma sulle prime nega di sapere, ma Santuzza insiste e allora le dice che Turidduè andato a Francofonte a prendere il vino. La ragazza si dispera, le han detto che invece Turiddu è in paese. Lei è stata sedotta e quindi si sente perduta, “scomunicata”, ha vergogna a entrare persino nella casa di Lucia.
Arriva in scena Alfio, marito di Lola, torna dal lavoro con i suoi amici, è allegro, non vede l’ora di tornare da Lola che lui crede (spera più che altro) fedele.
Santuzza lo stuzzica… beato voi Compare Alfio… ma Alfio conferma che Turiddu è in paese e lo ha visto proprio all’alba vicino a casa sua. Sgomento di Santuzza, disperazione di Lucia e intanto si avvia la processione di Pasqua attraverso le strade del paesino verso la Chiesa. Le due donne rimangono sole e Santuzza confessa a Lucia che Turiddu dopo averle tolto l’onore e promesso di sposarla, continua a frequentare di nascosto Lola.
Lucia conscia del male che il figlio sta facendo alla ragazza si avvia tristemente in Chiesa e subito arriva Turiddu che a Santuzza chiede come mai non fosse in Chiesa con gli altri . La ragazza lo affronta: ti stavo aspettando, dove sei stato stanotte? Turiddu è evasivo, la accusa di essere troppo gelosa, (Bada, Santuzza, schiavo non sono di questa vana tua gelosia!), le intima
di andarsene, ma il battibecco è interrotto dall’arrivo di Lola che cantando sfacciatamente uno stornello e come se niente fosse chiede a Turiddu se sa dove è Alfio.
Lola se ne va in Chiesa capendo anche che non tira un’aria a lei favorevole e Santuzza tenta di trattenere Turiddu per impedirgli di seguirla. Ma nulla può. Turiddu la respinge con violenza e va in Chiesa seguendo Lola.
Santuzza è veramente disperata, ormai sa di averlo perso e lo maledice, augurandogli la “la mala Pasqua”- Sopraggiunge Alfio e Santuzza forse per disperazione, forse per vendetta gli rivela l’infedeltà della moglie e il tradimento di Turiddu.
Alfio, se la cosa risulta vera, giura vendetta entro lo stesso giorno tra il terrore di Santuzza che si rende conto di quel che ha fatto.
e qui mentre la piazza si svuota si ode l’inizio dell’intermezzo che come ho già detto, trovo che sia uno dei pezzi più belli ed emozionanti di tutte le opere a me conosciute. Ascoltatelo anche se l’opera non vi piace, perché merita… e poi non ci sono parole, è solo musica.
Ascoltatelo...è bellissimo.
La Messa finisce, le donne e gli uomini escono sul sagrato e Turiddu invita gli amici a bere inneggiando alla bellezza di Lola.
Arriva Alfio che rifiuta il vino che Turiddu gli offre, gli sembrerebbe veleno, e Turiddu butta in terra il vino in senso di spregio. Inevitabilmente la fine si avvicina, i peasani si ritirano e allontanano Lola, i due rivali si abbracciano e Turiddu morde l’orecchio ad Alfio. E’ il segno della sfida. Alfio aspetta Turiddu dietro l’orto
Turiddu sa che è la fine e corre dalla mamma, beve un po’ di vino per farsi coraggio, chiede la sua benedizione come quando partì soldato e infine chiede alla mamma di occuparsi di Santuzza di farle da mamma se lui non dovesse tornare, sente il rimorso di ciò che ha fatto… un bacio… un abbraccio… e poi Turiddu scappa andando incontro al suo destino.
La mamma gli corre dietro, incontra a sua volta Santuzza che ha un fosco presentimento fino a quando un urlo squarcia l’aria:
HANNO AMMAZZATO COMPARE TURIDDU
Melodramma in un atto
Libretto: Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menasci
Musica di Pietro Mascagni (1863-1945)
Tratto dalla novella di Giovanni Verga dallo stesso titolo
Personaggi e interpreti
Santuzza, giovane e bella contadina innamorata e sedotta da Turiddu – Soprano
Turiddu, giovane contadino – Tenore
Lucia, madre di Turiddo – Contralto
Alfio, carrettiere – baritono
Lola, moglie di Alfio – mezzo soprano
La Cavalleria rusticana è un atto unico e per questo motivo viene sempre rappresentata insieme ad un’altra opera breve come I pagliacci per esempio, come voluto da Mascagni stesso.
E’ tratta da una novella di G. Verga e andò in scena la prima volta il 17 maggio 1890. E’ stata la prima opera scritta da Mascagni e insieme a L’Amico Fritz è rimasta stabilmente nei cartelloni fino ad oggi. La cavalleria rusticana segna anche l’inizio del Verismo, si usciva per così dire dall’epoca delle storie fantastiche per approdare a storie vere o verosimili raccontate nella realtà del tempo in cui venivano scritte.
La Cavalleria fu da subito un grandissimo successo e Mascagni venne richiamato alla ribalta 40 volte per essere applaudito e un anno dopo debuttò trionfalmente in America: Philadelphia, Chicago e New York dove il 30 dicembre 1981 venne rappresentata due volte nello stesso giorno da due compagnie diverse, ma come spesso succede al grandissimo successo di pubblico si contrapponevano i giudici dei critici poco benevoli.
La musica è da subito coinvolgente, il canto d’amore a Lola fuori scena è di una bellezza ineguagliabile sia per le parole che per la musica e l’intermezzo è uno dei più bei pezzi musicali di tutta l’opera lirica in generale, ti prende, ti solleva e ti porta lontano e alla fine quando l’ultimo nota si spegna si rimane come sospesi, come tenuti dalla musica fluttuanti in un’altra dimensione.
L’antefatto:
Turiddu innamorato perdutamente di Lola, parte per il servizio militare, ma quando torna la trova sposa di Alfio. Non riesce a dimenticarla nonostante l’amore di Santuzza che seduce, promettendole di sposarla, ma non resiste alle lusinghe di Lola e intrattiene con lei relazioni amorose quando Alfio è assente.
La trama.
E’ il giorno di Pasqua in un paesino siciliano e Turiddu dedica un bellissimo canto a Lola. E’ un inno struggente d’amore che in teatro si ascolta a sipario abbassato o comunque il tenore è fuori scena.
TURIDDU (a sipario calato) O Lola ch'ai di latti la cammisa Si bianca e russa comu la cirasa, Quannu t'affacci fai la vucca a risa, biato cui ti dà lu primu vasu! Ntra la porta tua lu sangu è sparsu, e nun me mporta si ce muoru accisu... E s'iddu muoru e vaju mparadisu si nun ce truovo a ttia, mancu ce trasu.
Il sipario si apre, uomini e donne escono di casa e attraversano la scena. Santuzza va a trovare Lucia, mamma di Turiddu, per chiedere sue notizie, la mamma sulle prime nega di sapere, ma Santuzza insiste e allora le dice che Turidduè andato a Francofonte a prendere il vino. La ragazza si dispera, le han detto che invece Turiddu è in paese. Lei è stata sedotta e quindi si sente perduta, “scomunicata”, ha vergogna a entrare persino nella casa di Lucia.
Arriva in scena Alfio, marito di Lola, torna dal lavoro con i suoi amici, è allegro, non vede l’ora di tornare da Lola che lui crede (spera più che altro) fedele.
Santuzza lo stuzzica… beato voi Compare Alfio… ma Alfio conferma che Turiddu è in paese e lo ha visto proprio all’alba vicino a casa sua. Sgomento di Santuzza, disperazione di Lucia e intanto si avvia la processione di Pasqua attraverso le strade del paesino verso la Chiesa. Le due donne rimangono sole e Santuzza confessa a Lucia che Turiddu dopo averle tolto l’onore e promesso di sposarla, continua a frequentare di nascosto Lola.
Lucia conscia del male che il figlio sta facendo alla ragazza si avvia tristemente in Chiesa e subito arriva Turiddu che a Santuzza chiede come mai non fosse in Chiesa con gli altri . La ragazza lo affronta: ti stavo aspettando, dove sei stato stanotte? Turiddu è evasivo, la accusa di essere troppo gelosa, (Bada, Santuzza, schiavo non sono di questa vana tua gelosia!), le intima
di andarsene, ma il battibecco è interrotto dall’arrivo di Lola che cantando sfacciatamente uno stornello e come se niente fosse chiede a Turiddu se sa dove è Alfio.
Lola se ne va in Chiesa capendo anche che non tira un’aria a lei favorevole e Santuzza tenta di trattenere Turiddu per impedirgli di seguirla. Ma nulla può. Turiddu la respinge con violenza e va in Chiesa seguendo Lola.
Santuzza è veramente disperata, ormai sa di averlo perso e lo maledice, augurandogli la “la mala Pasqua”- Sopraggiunge Alfio e Santuzza forse per disperazione, forse per vendetta gli rivela l’infedeltà della moglie e il tradimento di Turiddu.
Alfio, se la cosa risulta vera, giura vendetta entro lo stesso giorno tra il terrore di Santuzza che si rende conto di quel che ha fatto.
e qui mentre la piazza si svuota si ode l’inizio dell’intermezzo che come ho già detto, trovo che sia uno dei pezzi più belli ed emozionanti di tutte le opere a me conosciute. Ascoltatelo anche se l’opera non vi piace, perché merita… e poi non ci sono parole, è solo musica.
Ascoltatelo...è bellissimo.
La Messa finisce, le donne e gli uomini escono sul sagrato e Turiddu invita gli amici a bere inneggiando alla bellezza di Lola.
Arriva Alfio che rifiuta il vino che Turiddu gli offre, gli sembrerebbe veleno, e Turiddu butta in terra il vino in senso di spregio. Inevitabilmente la fine si avvicina, i peasani si ritirano e allontanano Lola, i due rivali si abbracciano e Turiddu morde l’orecchio ad Alfio. E’ il segno della sfida. Alfio aspetta Turiddu dietro l’orto
Turiddu sa che è la fine e corre dalla mamma, beve un po’ di vino per farsi coraggio, chiede la sua benedizione come quando partì soldato e infine chiede alla mamma di occuparsi di Santuzza di farle da mamma se lui non dovesse tornare, sente il rimorso di ciò che ha fatto… un bacio… un abbraccio… e poi Turiddu scappa andando incontro al suo destino.
La mamma gli corre dietro, incontra a sua volta Santuzza che ha un fosco presentimento fino a quando un urlo squarcia l’aria:
HANNO AMMAZZATO COMPARE TURIDDU
Ultima modifica di Aurora il Dom Nov 17, 2013 10:04 pm - modificato 2 volte.
Re: La Cavalleria Rusticana di P. Mascagni
Appuntamento pomeridiano, è un'opera che conosco abbastanza ma che ascolterò più che volentieri.
Grazie cara.
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